Ruth Stout’s Garden
Il documentario Ruth Stout’s Garden, realizzato da Arthur Mokin nel 1975 e presentato al pubblico nel 1976, è un vivido viaggio cinematografico nella vita di una donna che dalla prospettiva dei suoi novant’anni passati ha molto da offrire e non solo agli appassionati dell’orto.
Fino alla soglia dei cent’anni Ruth ha continuato a scrivere libri, a publicare articoli su vari periodici, a tenere conferenze presso i garden club oltre che a ricevere migliaia di visitatori nel suo orto. Chi ha già letto il libro L’Orto Senza Fatica (uscito in Italia nel 2021, titolo originale: Gardening Without Work, scritto nel 1961) si emozionerà nel vederla in azione mentre pratica il suo “Stout Method”. Mentre si fa strada tra asparagi e rabarbari rigogliosi Ruth non solo ci parla delle meraviglie della pacciamatura di fieno, ma anche di molti altri argomenti, dall’educazione ricevuta in famiglia a come invecchiare in piena salute fisica e mentale.
Il suo atteggiamento libero e sempre poco ortodosso ha scioccato molti dei suoi contemporanei e ancora oggi sono una boccata d’aria fresca per chi mal sopporta il conformismo e il conservatorismo. Ruth dice di essersi sentita “sempre fuori posto” per aver fatto di testa sua e non come gli altri le dicevano di fare, compresi gli esperti di agricoltura. La rivista Organic Gardening and Farming ha scritto riguardo il suo orto: “Ruth Stout percorre la vita a un ritmo diverso, sembra che balli ascoltando una melodia inaccessibile agli altri. La sua meravigliosa fonte di ispirazione è certamente il suo orto, da lei paragonato a un’orchestra”.
La rivista The Gerontologist organo ufficiale della Gerontological Society of America ha scritto: “Una visione più approfondita del metodo definito Orto Senza Fatica di Ruth Stout porta la nostra attenzione dalla pratica della coltivazione alla consapevolezza di come esso influisca per un invecchiamento sereno e, più in generale, all’importanza che può rivestire riguardo alle tematiche ecologiche. Possiamo dire che la splendida vecchiaia di Ruth sia stata forgiata proprio dalla sua attività nell’orto”.
Nata nel 1884, a sedici anni Ruth Stout affiancò Carrie Nation del “Movimento per la Temperanza” nella lotta contro gli alcolici e in seguito operò come missionaria in Russia durante la tragica carestia del 1921-1923. Era una persona indipendente e autosufficiente in un’epoca in cui gli orizzonti per le donne erano molto più limitati di quanto lo siano oggi. Tutta la sua vita è stata all’insegna del motto: come si semina, così si raccoglie.