La Coltivazione Elementare è una nuova pratica agricola semplice e rivoluzionaria, ideata e divulgata dall’Agr. Gian Carlo Cappello dopo un’intera vita di sperimentazioni sul campo e su sé stesso. La Coltivazione Elementare permette di ottenere raccolti sani, sicuri e abbondanti senza fatica, senza sprechi d’acqua e senza inquinamento ambientale, nel rispetto integrale delle condizioni naturali di crescita delle piante.
Non è una riforma delle pratiche agricole, ma una rivoluzione che chiude il capitolo della scienza agronomica, tanto da ritenere del tutto inutili le analisi al terreno (considerate comunemente la base per poter procedere) e apre al nostro naturale sentire. La Coltivazione Elementare sposta il fulcro del coltivare dal materialismo della tecnologia alla capacità istintiva e animale di soluzione dei problemi con l’estemporaneità insita nel nostro DNA.
Il tema centrale della Coltivazione Elementare è il riconoscimento del ruolo centrale dell’humus non solo nella coltivazione, ma nel ciclo della Vita. La terra viene sempre mantenuta pacciamata con fieno, non viene mai lavorata, diserbata, concimata o ammendata. Non si usano pesticidi, non si fa uso di animali né di loro derivati, il consumo di acqua è irrisorio, si utilizzano attrezzi manuali artigianali rivisitati. Il profilo del suolo non viene alterato mediante aiuole rialzate, bancali o altre sagomature, non si praticano rotazioni colturali, sovesci, semine in copertura, consociazioni varietali, compostaggio, progettazione degli spazi, calendarizzazioni dei lavori. La scelta delle varietà orticole antiche o moderne è libera, senza posizioni dogmatiche pur prediligendo i semi auto-prodotti. La semplificazione delle pratiche non va confusa con la facilità o l’abbandono del campo. Con la saturazione della biodiversità le piante crescono forti e danno frutti nutrienti, raccolti sicuri e abbondanti, condizioni essenziali per concretizzare il cambiamento sociale ed economico, per tornare a vivere non “in”campagna, ma “della” campagna.
La Coltivazione Elementare, proiettata verso una nuova società, si rivolge a chi vuole ottenere l’autosufficienza alimentare affrancandosi dalla dipendenza del mercato e dell’industria. Per questo è incompatibile con qualsiasi attività aziendale, anche cosidetta “etica”, “sostenibile” o “green”.
La Coltivazione Elementare non è solo una pratica agricola, è soprattutto un’attitudine del cuore e della mente poiché promuove la crescita interiore, lo sviluppo dell’intuito e del sentire, l’innata saggezza, la creatività, la lungimiranza, il buon senso e l’autodisciplina di chi coltiva e di chi si nutre dei suoi prodotti, perché un’alimentazione forte e sana è una condizione indispensabile al raggiungimento della propria libertà.
Un’agricoltura per il cambiamento sociale.
L’umanità è stata ridotta in schiavitù dal sistema capitalista a partire dalla progressiva disgregazione dei paesi e della vita di quartiere, con la conseguente sottrazione della capacità di produrre da sé beni e servizi, sia indispensabili sia voluttuari.
Siamo stati ridotti a consumisti di cibi che ci indeboliscono, di oggetti nei quali non ci riconosciamo in un contesto di relazioni umane raggelate. Con questa operazione politica il Potere ci ha tolto l’energia, la dignità, la libertà.
La Coltivazione Elementare, col supporto dell’artigianato, si può realizzare con poco denaro per procurarsi i pochi semplici strumenti necessari, per questo consente di costruire comunità ed esistenze individuali affrancate dallo sfruttamento implicito nella sopravvivenza stessa del sistema capitalista.
La parola “capitalismo” trova la propria etimologia nel “caput pecoris” (dal latino: pecoris = bestiame), dove il gregge o la mandria siamo noi, sfruttati in vita e mandati a morire in guerra, nel traffico, sui posti di lavoro, nelle città malate di fumo e depressione, tutto per il guadagno dei pochi Padroni del Pianeta. Ma adesso molti egregi signori ed egregie signore (dal latino: ex-grege = fuori dal gregge) stanno saltando oltre i recinti.
Un’attitudine dello spirito per coltivare secondo Natura.
L’Orto Elementare favorisce la crescita interiore. Non credo che vangare, zappare e uccidere tutto quello che si muove nell’orto la possa favorire, semmai è certo che senza coinvolgere l’anima si finisce per zappare e vangare la terra. I processi della Natura non sono scanditi dai parametri di misurazione del retaggio agricolo, non ci è dato conoscerli e dobbiamo solo lasciarci andare senza paura di diventarne parte. Nell’Orto Elementare impariamo a percepire intuitivamente dall’ambiente circostante quando è il momento di fare questo o quello; ciò avviene perché l’orto non è intristito dalle lavorazioni al terreno e da altre pratiche agricole biocide.
Solo rispettando gli equilibri naturali possiamo tornare noi stessi parte della Natura produttiva, altrimenti ci allineiamo tra i parassiti, il peggiore tra di essi in quanto parassiti anche di noi stessi. Possiamo ritrovare la perfezione originaria solo riportando alla luce la nostra creatività, la capacità estemporanea di vivere in Natura. A mio avviso il luogo più di ogni altro deputato a realizzare queste condizioni di crescita interiore è l’Orto Elementare, ma vale anche il contrario: non c’è Coltivazione Elementare senza crescita personale.
Testo e foto di Gian Carlo Cappello e Mara Lilith Orlandi. ©Tutti i diritti riservati. Vietata la riproduzione.